Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 30 ottobre 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

I Lemuri sono capaci di produrre ritmi di tipo musicale. Le abilità musicali più studiate nel mondo animale sono quelle degli uccelli da canto che, nelle loro prestazioni melodiche, hanno rivelato una struttura ritmica, ma per ricostruire la filogenesi delle abilità umane in questo campo è opportuna l’indagine sui primati. I lemuri, primati subumani studiati dagli evoluzionisti fin dal tempo di Darwin, hanno rivelato la capacità di produrre dei ritmi, come accertato da un team di ricerca internazionale guidato da Marco Gamba dell’Università di Torino e da Andrea Ravignani. I lemuri sono tra i pochi primati che cantano e i ricercatori hanno analizzato le loro canzoni, scoprendo l’esistenza di una struttura ritmica elementare conosciuta come umana e universale perché presente in tutte le culture della nostra specie. [Cfr. De Gregorio C., et al., Current Biology – AOP doi: 10.1016/j.cub.2021.09.032, 2021].

 

Scoperta la deregolazione di Bach1 nel Parkinson, responsabile della perdita dei neuroni. La degenerazione dei neuroni dopaminergici della parte compatta della sostanza nera mesencefalica che causa la sintomatologia della malattia di Parkinson è stata di recente associata a Bach1, una proteina che blocca l’espressione di geni associati alla neuroprotezione. Ricercatori della Medical University of South Carolina (MUSC) hanno individuato un nuovo ruolo per la proteina Bach1 nel Parkinson e identificato un suo potente inibitore, HPPE, che ha protetto i neuroni dopaminergici dall’infiammazione e dall’accumulo di stress ossidativo, quando somministrato prima dell’insorgenza dei sintomi nei modelli murini della malattia. [Fonte: Matthew Greseth, Medical University of South Carolina; the work will be published in PNAS USA, 2021].

 

Individuato un circuito spinale di amplificazione del comando e della direzione durante la fuga. Quando si è in movimento, la scelta di andare a sinistra o a destra si presenta costantemente nella vita quotidiana, ma non è ancora noto il modo in cui il cervello risolve il problema. La conoscenza di questo processo di scelta è di estremo rilievo biologico e clinico. Nei vertebrati, la selezione della direzione delle azioni è in genere considerata parte dell’elaborazione cognitiva di alto grado.

Na N. Guan e colleghi, combinando elettrofisiologia, microscopia elettronica serial block-face e analisi del comportamento nel pesce zebra (Danio rerio), hanno rivelato un ruolo da pivot (e tutto il suo connettoma funzionale) di uno speciale circuito del midollo spinale che si basa su forti connessioni sinaptiche asso-assoniche. Questo ha incluso l’identificazione di una classe di interneuroni colinergici V2a e l’aver stabilito che essi agiscono come un “hub” a “ripetizione segmentale”, che riceve e amplifica comandi di fuga dal cervello per assicurare la direzione di fuga giusta. [Cfr. Aleksi J. Sihvonen, et al. Eur J. Neurol. – AOP doi: 10.1111/ene.15148, 2021].

 

L’inquinamento dell’aria riduce la conta spermatica con un’infiammazione cerebrale. Da molto tempo si sa che l’inquinamento atmosferico accresce il rischio di infertilità – oltre a  obesità e diabete – ma non si conosce il meccanismo che lega gli inquinanti alla patogenesi di queste condizioni patologiche. Un nuovo studio condotto da ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università del Maryland ha accertato e dimostrato nel topo che la riduzione della conta spermatica, e dunque della produzione e differenziazione di spermatozoi maturi rilevabili nell’epididimo, è causata dall’infiammazione ipotalamica e, in particolare, dai neuroni POMC e IKK2. [Cfr. Qiu L., et al. Environmental Health Perspective – AOP doi: 10.1289/EHP8868, 2021].

 

La Corrente di Sodio Risorgente scoperta da Indira Raman studiata nei neuroni corticali. Sul finire degli anni Novanta, quando lavorava come post-doctoral fellow con Bruce Bean alla Harvard University, Indira Raman identificò nelle cellule di Purkinje del cervelletto un nuovo tipo di corrente del sodio, che fluisce attraverso i canali che si riaprono quando la membrana è ripolarizzata. Tale corrente ionica, battezzata “corrente di sodio risorgente”, è stata osservata in 20 differenti tipi citologici di neuroni. Sin dal 1999, quando si è trasferita alla Northwestern University dove ha costituito un proprio gruppo di ricerca, Indira Raman ha dedicato tutto il suo impegno per l’identificazione dei meccanismi che supportano la “corrente di sodio risorgente” e per stabilire come le sue proprietà biofisiche modellano il profilo di attivazione dei differenti tipi cellulari. Il suo lavoro ha avuto un grande impatto sul campo della neurofisiologia cellulare, dalla ricerca di base alle translational neurosciences.

In realtà, alterazioni nelle correnti di sodio risorgenti sono state riconosciute in varie condizioni neuropatologiche, dalla malattia di Huntington all’epilessia. Giulia Quattrocolo e colleghi hanno pubblicato un focus sulla conoscenza corrente circa espressione e funzione delle correnti di sodio risorgenti nei neuroni della corteccia cerebrale e dell’ippocampo: si raccomanda la lettura di questa rassegna, anche perché traccia un profilo biografico della dottoressa Raman come docente e mentore, non solo per i suoi allievi ma per tutti i giovani ricercatori. [Cfr. Quattrocolo G., et al., Front Cell Neurosci. – AOP doi: 10.3389/fncel.2021.760610.eCollection, 2021].

 

La scoperta del sonno in animali privi di cervello come nuova frontiera della ricerca. La questione rimane controversa, perché lo stato quotidiano di riduzione di parametri funzionali rilevato nel 2017 da William Joiner dell’Università della California a San Diego nella Tethya califoniana, similmente a quanto era stato riscontrato in vermi, meduse e hydra, non è considerato da tutti i neuroscienziati definibile come sonno.

In realtà, la definizione neurofisiologica del sonno come stato funzionale del cervello, estesa nella concezione fisiologica più generale che individua lo stato di tutto l’organismo, è stata inizialmente sviluppata sulla base dell’esperienza umana, poi estesa ad altri mammiferi, verificata in tutti i vertebrati e solo successivamente riconosciuta negli insetti, muniti di un ganglio cefalico che non ha alcun rapporto con il cervello di mammiferi e rettili ma, per il suo ruolo di regolatore generale centrale, è detto dai neurobiologi “brain”.

Sulla base dei principi che definiscono la funzione, così come è attualmente concepita dai massimi esperti di ricerca sul sonno, lo stato funzionale che si sta analizzando attualmente nelle spugne e si vuole dimostrare – come ha affermato lo scorso giovedì 28 ottobre David Raizen della Pennsylvania Perelman School of Medicine – in organismi del tutto privi di cellule neuroniche, non può considerarsi sonno. “Il sonno è una sospensione delle attività cerebrali coscienti associato alla condizione di riposo di tutto il resto dell’organismo e ha la sua specificità nei processi bioelettrici e metaboli del cervello, che senso ha chiamare “sonno” una stasi metabolica o una riduzione di attività di apparati e sistemi di organismi non provvisti di encefalo?” Ha chiesto Giovanni Rossi. “Questa misdefinition – ha osservato Diane Richmond – è un segno dei tempi, in cui prima si trovano delle ‘esche suggestive’ per attrarre l’attenzione sul proprio lavoro, e poi si dimentica di aver fatto una forzatura che ha ben poco di scientifico”.

Il nostro presidente ha concluso che questa ricerca è interessante e potrebbe portare a nuove conoscenze, vista soprattutto la similarità tra alcuni geni che controllano la quiescenza periodica negli organismi inferiori e geni associati al sonno; conoscenze in base alle quali, se si avranno conferme, questi stati di spugne, idre, meduse e altri organismi semplici potranno considerarsi degli “antecedenti filogenetici del sonno”. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Notule

BM&L-30 ottobre 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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